Legalità : il confronto
A cura di Mary Troiano Direzione territoriale regione Puglia

Venerdì 16 maggio l'ITET De Viti De Marco di Triggiano ha ospitato la 35° tappa della "Staffetta della legalità", partita da Catanzaro il 14 Marzo 2024. Durante l'evento, organizzato in collaborazione con l'Associazione culturale "La tazzina della Legalità", sono state presentate testimonianze ed esperienze di imprenditori e cittadini che, a vario titolo, sono stati colpiti in prima persona da minacce e intimidazioni ascrivibili a fenomeni mafiosi.
L'istituto è presente sul l territorio pugliese con due sedi situate nei comuni di Triggiano e Valenzano, in provincia di Bari. Offre un'ampia gamma di indirizzi di studio, sia nel settore economico che in quello tecnologico, in linea con le esigenze del territorio e del mercato del lavoro.
Il dirigente, prof. Michelino Valente, e tutto lo staff dei docenti presenti all'incontro, hanno sostenuto con calore questo momento di formazione e di sensibilizzazione su uno dei temi sociali che non può e non deve essere sottovalutato. Il dialogo con gli studenti è stato maturo e articolato, in una platea attenta e riflessiva.

Ad arricchire l'esperienza, la proiezione del documentario "LE PAROLE NON BASTANO - Storie e testimonianze sul potere occulto delle mafie", prodotto dall'Associazione Culturale "La Tazzina della Legalità", con la regia del suo socio fondatore e referente per la comunicazione Silvio Valzani, per rappresentare i molteplici aspetti della diffusione dei fenomeni illegali su tutto il territorio nazionale. La sceneggiatura ripropone, in parte, le testimonianze riportate nel volume "La Tazzina della Legalità", che raccoglie i contributi di oltre ottanta autori, portatori di riflessioni e proposte di intervento sul tema della legalità, nelle sue implicazioni di carattere economico, sociale e culturale, curato dalla prof.ssa Mary Troiano, docente dell'Istituto ospitante e vicepresidente dell'Associazione Culturale "La Tazzina della Legalità".
Il documentario è stato realizzato volutamente senza troppi effetti cinematografici, per renderlo reale e non soltanto realistico. Non intende evocare cause ed effetti dei fenomeni rappresentati, ma registrare i fatti in modo oggettivo, perché sia la platea a tradurne i motivi sistemici e sociali, in base al proprio personale discernimento.

Nel dibattito si sono avvicendati: il dirigente dell'Istituto De Viti - De Marco prof. Michelino Valente, il sindaco di Valenzano, Giampaolo Romanazzi , Sergio Gaglianese, vittima di 'ndrangheta e presidente dell'associazione LA TAZZINA DELLA LEGALITA', Menia CUTRUPI, imprenditrice vittima di 'ndrangheta, Piera AIELLO, prima parlamentare nella storia della Repubblica Italiana con lo status di testimone di giustizia, Tiberio BENTIVOGLIO, imprenditore reggino che vive sotto scorta dopo numerosi attentati ai danni della sua attività commerciale ed alla sua persona, Nicola CATANESE, già capo scorta del giudice Paolo Borsellino, Mimmo SCORDINO, staffetta di volante al dispositivo di scorta del giudice Giovanni Falcone, Antonio COTARDO, coautore del libro LA TAZZINA DELLA LEGALITA', il regista e produttore Silvio Valzani. Ha moderato il dibattito la prof.ssa Mary Troiano.

Il filo conduttore è stato quello della cultura della legalità e della giustizia nella società.
Le considerazioni degli studenti ed i loro quesiti sono stati al centro della discussione, con momenti di grande coinvolgimento emotivo. Tra questi, la testimonianza di Nicola Catanese, già caposcorta del giudice Paolo Borsellino, scampato alla strage di via D'Amelio solo per una fatalità L'esempio è, certamente, il mezzo più incisivo per mobilitare le coscienze, soprattutto se offerto dalla viva voce di testimoni di giustizia, che hanno avuto il coraggio di denunciare gli abusi subiti da parte della criminalità organizzata, subendone pesanti conseguenze sul piano personale. E' quanto emerso dal racconto di Tiberio Bentivoglio, che non si è piegato alle ripetute richieste di pizzo ed è sopravvissuto ad un grave agguato che avrebbe dovuto farlo tacere per sempre. Invece, anche oggi, Tiberio Bentivoglio era tra i ragazzi, per diffondere il suo messaggio di incoraggiamento, come fa ormai da tanti anni dopo l'attentato alla sua persona, in Aspromonte, per mano dei suoi aguzzini. Profonda ed efficace anche la testimonianza di Piera Aiello che, dopo l'omicidio del marito, colluso con la mafia siciliana, ha deciso di collaborare con la giustizia e fornire informazioni cruciali sulle attività mafiose. La sua collaborazione è avvenuta in un periodo storico molto delicato, collaborando con il giudice Paolo Borsellino. La sua storia di impegno sul piano civile per la lotta contro le mafie è proseguita anche quando ha assunto la carica parlamentare .
Il messaggio che l'incontro di oggi intende diffondere è quello di non indulgere all'indifferenza ed alla superficialità. Anche chi non è stato toccato in prima persona ha il dovere di prendere la sua posizione.

Mary TROIANO. Vice presidente nazionale e direttrice territoriale regione Puglia