Rita Atria - Tra cultura e legalità

06.09.2025

a cura della nostra redazione nazionale 

Rievocare la vita e la morte di Rita Atria è un atto di fondamentale importanza per la cultura della legalità

Il coraggio della rottura

Rita Atria nasce e cresce in un contesto mafioso, dove l'omertà e la complicità sono la norma. Nonostante ciò, e dopo l'uccisione del padre e del fratello, ha il coraggio di rompere con quel mondo, scegliendo di parlare e di affidarsi allo Stato. La sua storia rappresenta un potente esempio di come si possa e si debba scegliere la giustizia e la legalità, anche quando questo comporta l'isolamento dal proprio contesto sociale.

La figura del testimone di giustizia

Rita non era una "pentita" di mafia, perché non aveva commesso reati. Era una "testimone di giustizia", una figura che solo in seguito è stata riconosciuta a livello legislativo. La sua vicenda ha contribuito a mettere in luce le difficoltà, i rischi e la solitudine che affrontano coloro che, pur non essendo criminali, decidono di collaborare con la giustizia per denunciare i crimini di mafia. Rievocare la sua storia significa onorare il suo sacrificio e sottolineare l'importanza di tutelare e sostenere chi sceglie la via della verità.

La lotta interiore: "la mafia siamo noi"

Nel suo diario, Rita Atria scriveva: "Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi". Questa riflessione sposta l'attenzione dalla mafia come entità astratta e lontana al suo radicamento nella società, nella mentalità e nei comportamenti quotidiani. La sua storia ci insegna che la cultura della legalità non si costruisce solo con l'azione repressiva, ma anche attraverso una battaglia interiore contro la complicità, il compromesso e l'indifferenza.

Il dramma di una vita rubata

La morte di Rita, avvenuta una settimana dopo l'omicidio di Paolo Borsellino, è un tragico epilogo che evidenzia la fragilità e il peso insostenibile che il suo impegno ha comportato. La sua storia ci fa riflettere su quanto sia difficile e doloroso per una ragazza così giovane – La Picciridda - abbandonare il proprio ambiente e affrontare le conseguenze di una scelta di legalità. La rievocazione della sua vita e della sua morte non è un'apologia del sacrificio, ma un modo per far comprendere il costo umano della lotta alla mafia e la necessità di un impegno collettivo per creare un mondo dove la legalità non sia un'eccezione, ma la norma.

In sintesi, la storia di Rita Atria non è solo la cronaca di un dramma individuale, ma un potente strumento pedagogico. Rievocarla significa:

  • Insegnare ai giovani il valore del coraggio e della scelta etica.
  • Far comprendere la vera natura della mafia e il suo impatto sulla società.
  • Onorare chi, come lei, ha pagato con la vita il proprio impegno.
  • Rafforzare la consapevolezza che la lotta alla mafia è un dovere di tutti, a partire dai gesti e dalle scelte di ogni giorno.

La manifestazione organizzata dalla Tazzina della Legalità. avrà luogo oggi 6 settembre e comprende il seguente programma

ore 17:00 Santa messa presso chiesa madre di Partanna (TP)

ore 18:00 Visita a Rita Atria presso il cimitero

ore 21:00 Scuderie del castello medioevale rappresentazione teatrale "ANIME" 

Consegna delle targhe

Partanna (TP)


Articolo a cura di Mary Troiano