In Puglia torna il contrabbando: scoperta maxi-fabbrica di sigarette false da 2 milioni di “bionde” al giorno

29.07.2025

Dieci operai vivevano all'interno dello stabilimento a Stornara, nel Foggiano, che avrebbe fruttato 350mila euro al giorno di profitti illeciti

Una fabbrica clandestina di sigarette di contrabbando, in grado di produrre fino a 2 milioni di pezzi al giorno. E dentro c'erano attrezzature e macchinari per sfornarne su larga scala nonché dieci "operai", che vivevano in alloggi di fortuna. È quanto hanno scoperto i finanzieri di Palermo, su delega della Procura europea, a Stornara, in provincia di Foggia.

L'impianto scoperto nel paese pugliese, dove le "bionde" hanno fatto la fortuna della criminalità organizzata tra gli Anni Settanta e la fine degli Anni Novanta, aveva un valore di 1,3 milioni di euro ed era stato realizzato secondo i più avanzati standard tecnologici. Poteva produrre, ogni giorno, circa 2 milioni di sigarette, dice la Guardia di Finanza.

Nello stabilimento, su due piani, di cui uno seminterrato in un'area di oltre 3mila metri quadri, sono stati trovati 45 bancali di sigarette per un peso complessivo di circa 13 tonnellate, 93 bancali di precursori, 165 sacche contenenti tabacco triturato, nonché materiali per il confezionamento dei pacchetti di sigarette con i loghi di rinomate case di produzione come Marlboro e Chesterfield.

Dentro l'impianto sono state trovare dieci persone di nazionalità ucraina e bulgara, alloggiati in stanze di fortuna. Le persone sono state denunciate con l'accusa di detenzione di tabacchi lavorati di contrabbando e di contraffazione marchi. In un altro stabilimento ad Andria che fa parte della stessa rete logistica, sono stati sequestrati ulteriori materiali per la produzione di tabacchi.

I finanzieri hanno trovato le fabbriche risalendo l'intera filiera di approvvigionamento a partire da alcuni sequestri di sigarette effettuati nei mesi scorsi sul territorio di Palermo. Le sigarette sottoposte a sequestro, se immesse sul mercato, avrebbero comportato un mancato introito per le casse dello Stato e dell'Unione Europea, in termini di accise e di Iva evasa per 3,2 milioni di euro. Ammonta, invece, a 350mila euro al giorno il profitto illecito che l'impianto era in grado di assicurare: in un anno oltre 120 milioni di euro, per un danno alle finanze pubbliche di circa 80 milioni di euro.


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Articolo tratto da " il Fatto quotidiano"